UN MONDIALE DA FAVOLA ........
Note generali
Non capita spesso di sognare un evento felice e che poi questo evento nella realtà si riveli ancora più esaltante di quanto immaginato.
E' ciò che è successo al sottoscritto in questo mondiale 2012 di Almeria.
Ero partito con tutti i migliori propositi, confortato anche dagli ottimi risultati dei campionati italiani di Pordenone. Nel contempo rimanevo piuttosto prudente, memore dei deludenti risultati dell'anno precedente in Francia.
Il Campionato Mondiale riserva sempre grandi sorprese, a volte negative, ma altre volte, come in questo caso, molto gradevoli.
I fattori che influiscono sui risultati di un campionato mondiale sono di varia natura e non tutti facili da prevedere: la nazione ospitante con tutta la pressione che riescono ad esercitare i giudici di casa, il convogliamento degli animali con trasferimenti spesso lunghi e massacranti per gli uccelli da esporre, lo stato di salute dei soggetti che vanno tenuti in “tiro” per lungo periodo affinché si presentino al meglio a questo evento, i criteri di giudizio dei giudici stranieri che spesso non convergono a pieno con quelli del nostro paese, l'ingabbio degli animali svolto dai convogliatori che alle prese con tanti ingabbi possono incorrere in errori fatali, e così via ........
Stavolta tutto (o quasi) è andato liscio e alla fine i risultati si sono visti:
7 PRIMI – 6 SECONDI – 4 TERZI = 17 TITOLI rappresentano un piccolo record per un campionato mondiale, sicuramente lo rappresentano per me.
Sicuramente il titolo più esaltante e rappresentativo è quello ottenuto con lo stamm di agata rosso mosaico (femmine!), già vincitore ai campionati italiani Pordenone e primo in Spagna davanti ad un agguerrito numero di contendenti. E' certamente una vittoria molto gratificante e lo dimostrano i numerosi messaggi di congratulazione ricevuti oltre ai complimenti di numerosissimi allevatori presenti al mondiale.
Non da meno è l'oro ottenuto con lo stamm di maschi isabella rosso mosaico a conferma degli ottimi risultati dello scorso anno e del 2° posto agli italiani di Pordenone. Voglio citare anche i due secondi ottenuti nella categoria agata opale rosso mosaico sia con il singolo (maschio) che con lo stamm (femmine).
Ma tutti i titoli ottenuti sono per me ugualmente importanti poiché ottenuti ad un mondiale in terra straniera e per di più con una partecipazione così nutrita.
Gli Italiani, come al solito, nel complesso si sono fatti rispettare ottenendo il maggior numero di ori in assoluto rispetto alle altre nazioni partecipanti, ivi compresa quella organizzatrice.
Il mercato
Il dato che va maggiormente evidenziato, in relazione a questo mondiale, è l'enorme affluenza di pubblico che si è registrata nei tre giorni di apertura della manifestazione; operatori del settore, tantissimi allevatori ma anche semplici amatori.
Il tutto ha determinato un grande successo della manifestazione ed un notevole fervore negli scambi e nelle vendite di uccelli, nota non trascurabile tenuto conto del periodo di crisi economica che sta attraversando l'intero continente e di conseguenza anche il nostro settore.
In questi tre giorni si è potuto riassaporare quel piacevole entusiasmo nella ricerca dei soggetti desiderati, che negli ultimi tempi si era purtroppo perso partecipando a mostre tristi e poco stimolanti per il nostro magnifico hobby.
Sicuramente ciò è legato a molteplici fattori fra i quali una buona organizzazione, una azzeccata scelta logistica e non ultimo il grande entusiasmo e la grande passione del popolo spagnolo.
Il clima che si è respirato è stato quello di una grande festa!
Un altro dato che mi sembra opportuno sottolineare è l'età media degli allevatori spagnoli (e portoghesi), sicuramente più bassa di quella italiana. Questo aspetto è stato evidente durante tutta la manifestazione, ma è divenuto palesemente sconfortante al momento dello sgabbio dove da un lato c'eravamo riuniti noi italiani con i nostri pochi capelli bianchi (ornitologia geriatrica), mentre sul fronte spagnolo si vedevano tanti baldi giovani di belle speranze. Sarà questo un aspetto sul quale negli anni a venire ci dovremo purtroppo confrontare cercando di capire le motivazioni di questo scarso coinvolgimento dei giovani sul nostro territorio!
Infine una nota sul clima che ha accompagnato l'intera durata della manifestazione: una stupenda primavera anticipata che ci ha fatto scordare per alcuni giorni i gelidi climi che ci eravamo lasciati alle spalle, mettendo da parte piumini e cappotti a vantaggio di un abbigliamento fresco e leggero.
Analisi tecnica
Inizio affrontando la questione del convogliamento, la cui organizzazione in manifestazioni così complesse è sicuramente difficile e faticosa. Teniamo conto che noi italiani abbiamo iscritto a questo mondiale in Spagna la bellezza di quasi 5.000 soggetti di specie diverse.
So per esperienza diretta (motivi di mercato) che già un viaggio così lungo come quello sostenuto per raggiungere la parte più meridionale della Spagna partendo dall'Italia è estremamente faticoso e stressante, tenuto conto anche del prezioso e delicato carico che si deve trasportare. In virtù di quanto detto è evidente che la successiva fase di ingabbio dei soggetti, dopo un viaggio così faticoso, risulta particolarmente
rischiosa e soggetta ad errori umani dettati in parte anche dal fattore stanchezza.
I nostri convogliatori, che colgo l'occasione di ringraziare per l'impegno e la passione profusi, si sono dovuti sobbarcare la bellezza di circa 400 ingabbi a testa, spalmati su due giorni (venerdì e sabato). Questa mi sembra una impresa titanica da affidare ad uno sparuto gruppetto di “eroi”, i quali se hanno commesso qualche piccolo ma fatale errore (vedi nel mio caso scambio di gabbie fra un bruno rosso intenso ed un bruno cobalto rosso intenso), sono pienamente giustificabili tenuto conto dell'enorme lavoro che hanno dovuto svolgere!
Altrettanto delicata e impegnativa è la fase dello sgabbio a fine mostra, sempre affidato allo stesso sparuto gruppo di convogliatori, i quali terminata questa onerosa e difficoltosa operazione, si devono sobbarcare tutto il viaggio di ritorno.
Non credete che sia eccessiva la responsabilità affidata a questi pochi uomini, contro i quali magari ci scagliamo quando avvengono degli errori che riguardano i nostri soggetti (morti, sparizioni, ingabbi errati, scambi di soggetti, rientri al mittente con destinatari errati ecc. ecc.) ?!
Secondo la mia modesta opinione, si dovrebbe stabilire un parametro diverso tra soggetti da convogliare e persone addette a questa mansione. Credo cioè che esista un tetto massimo di animali da affidare ad ogni singolo convogliatore, al fine di tutelare la salute degli uccelli, accellerando sia le operazioni di ingabbio che quelle di sgabbio e rendere così il lavoro meno soggetto ad errori che possono compromettere sia l'integrità degli animali, sia il loro esito espositivo.
In sostanza non posso dire che ho questi uomini e faccio con questi, viceversa devo considerare che ho questi animali da convogliare e mi occorrono tot uomini e tot mezzi. Se di persone ne occorrono 20 o 30, ne impiego 20 o 30 e non 15 .................!
Su questo argomento dovrebbero essere gli stessi convogliatori ad esprimere, dall'alto dell'esperienza, una loro opinione e “aiutare” la Federazione a stabilire i parametri suddetti.
D'altronde il prezzo che ogni allevatore paga per far partecipare i propri soggetti ad un campionato mondiale, oltre alla quota di iscrizione stabilita dal paese ospitate, comprende anche una quota-parte (non piccola!) destinata proprio al convogliamento per quei soggetti provenienti da paesi esteri. Nasce da qui la pretesa da parte degli allevatori, non del tutto immotivata, di ottenere precise garanzie circa la salute ed il buon esito di tutte le operazioni legate a questa “spedizione” in terra straniera.
In sostanza: “io mando i miei canarini al mondiale, pago per questo in misura più che sufficiente, voglio vedere gli stessi canarini tornare a casa in buone condizioni e possibilmente con qualche medaglia attaccata al collo!!!!!!!”
E' evidente, purtroppo, che qualche caso di mortalità sia fisiologico così come qualche errore o scambio di animali, il problema nasce quando, al rientro dai mondiali le problematiche risultano molteplici e di varia natura. E' su queste problematiche che occorre ragionare e che tutti gli interessati facciano quel salto di qualità finalizzato a rendere la nostra “spedizione” sempre più sicura e sempre più vittoriosa!
Sulla questione medaglia viceversa nessuno ti può aiutare, te la devi conquistare sul campo in virtù della qualità dei soggetti esposti ed anche grazie talvolta a quella componente di fortuna che in questi casi non guasta.
A proposito di giudizi c'è da constatare anche in questo mondiale di Almeria le solite discrasie tra criteri di giudizio “italiani” e giudici stranieri.
Una certa partigianeria da parte dei giudici del paese ospitante era del tutto prevedibile, e sappiamo che, dove hanno potuto, i nostri giudici hanno cercato di imporsi e di fare equità.
La mia passione per l'opale mi porta anche quest'anno a commentare i risultati dei neri opale ed in particolare di quelli a fattore rosso mosaico. Come da copione anche quest'anno hanno nettamente primeggiato i due allevatori tedeschi Bindschadel Rainer e Heiler Elke con i soliti neri opale atipici (di cui ho ampiamente parlato anno scorso), molto appariscenti ma poco opale. I neri opale campioni in Italia hanno miseramente naufragato con punteggi che vanno dagli 87 agli 84 punti, esponendoci ad una magra figura sulla quale probabilmente dovremo riflettere e forse dovrebbe riflettere anche il giudice italiano che a Pordenone ha giudicato i nostri canarini ......................
Anche quest'anno, i miei neri opale a fattore rosso sono risultati i migliori a livello mondiale nell'ambito degli espositori italiani, realizzando il primo posto assoluto negli intensi, il terzo assoluto con lo stamm dei mosaico ed il punteggio più alto tra gli italiani (89 pt. haimé, 5° classificato) con il singolo mosaico. Memore degli anni passati, nei mosaico, ho esposto due linee di opale neri, una più nera ed una più diluita e azzurra; hanno prevalso, logicamente, quelli più scuri e marcati, non tanto però da superare i due allevatori tedeschi!
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza, anche perché immagino lo sconforto sul volto dei miei colleghi amatori italiani nel vedere i loro campioni a Pordenone così maltrattati in Spagna; avessero magari letto il mio articolo dello scorso anno si sarebbero forse evitati questa grande delusione!
Per quanto i criteri di giudizio che definiscono il canarino nero opale in Italia (C.T.N colore) siano pressoché identici a quelli riconosciuti a livello internazionale (O.M.J.), l'applicazione poi è diametralmente opposta. Non vado a disquisire su questa netta discrasia, sta di fatto che in Europa a ragione o (molto probabilmente) a torto i giudici esteri e soprattutto quelli nordici premiano i neri opale più scuri e col disegno più marcato e penalizzano viceversa quelli più diluiti anche se più opalescenti.
In Italia di questo argomento ne è stata fatta una vera e propria “crociata” estremizzandone i termini e posizionandosi agli antipodi rispetto agli stranieri, a volte anche in maniera eccessiva e un po' estrema, tant'è che al campionato italiano sono stati premiati soggetti con molta opalescenza anche se patinati e col disegno molto diluito (nettamente bocciati poi a livello mondiale), mentre sono stati penalizzati quei neri opale con la stria più evidente perché colpevoli a parere del giudice di essere “troppo neri”. Non so se questa è l'opinione diffusa dei nostri giudici, o solo un punto di vista, per quanto rappresentativo (membro attuale C.T.N.), ma secondo me occorrerebbe, come in tutte le cose, la “giusta misura”: certamente sono troppo neri e poco opalescenti gli opale premiati in Spagna, ma probabilmente sono troppo diluiti e patinati tanto da apparire poco appariscenti quelli premiati in Italia.
Non si sentano offesi quegli allevatori tirati in ballo dalle mie parole, la mia rimane comunque un'opinione per quanto confortata da tanti anni di esperienza su questo tipo di canarino. Il mio intento non è quello di deprezzare o meglio ancora disprezzare i loro canarini quanto quello di aiutarli a capire il perché di questa apparentemente immotivata differenza nel giudizio dello stesso canarino in due diverse competizioni di grande livello quali sono un Nazionale ed un Mondiale.
Se fossimo dei politici andrebbe creata un apposita commissione per dirimere la questione e trovare il giusto punto di incontro tra le varie opinioni, fare finalmente chiarezza e dare delle linee guida equilibrate atte a tutelare gli allevatori e dare loro i giusti indirizzi selettivi.
Sta di fatto che ad oggi questa concordia non esiste, le linee di pensiero sono molto diverse già tra giudici italiani e ancor di più divergenti rispetto agli stranieri. Di sicuro ciò che buono per l'Italia, non lo è altrettanto per le mostre estere e quindi,tenendo anche conto dell'assegnazione del prossimo mondiale (Belgio) invito tutti gli allevatori italiani che si cimentano in questo stupendo tipo di canarino a valutare bene i loro riproduttori e le loro linee selettive, programmando sin da ora un progetto solo italiano oppure un'avventura in terra straniera.
Segnalo alla commissione europea sui diritti delle donne colui che ha giudicato i bruni rosso mosaico e che ha letteralmente massacrato gli stamm delle femmine (con molto fondo) con punteggi al limite del disonore.
Torno per un attimo a quello scambio di canarini che erroneamente è stato effettuato all'ingabbio dei miei soggetti, per effetto del quale il singolo bruno rosso intenso è finito tra i cobalto ed il bruno cobalto rosso intenso è stato ingabbiato tra i bruni classici. Volete sapere come è finita? Ve lo dico: il primo è stato giustamente squalificato poiché non cobalto, mentre il secondo è stato giudicato come bruno classico (pur essendo cobalto) ed ha realizzato la bellezza di 88 pt .................
Meditate gente, meditate ....................................................